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Il filo del tempo
Poco lontano da Lienz, in Austria, c’è un piccolo paesino chiamato Leisach, dove si trova una piccola e vecchia chiesa consacrata a San Michele.
Secondo una nota raffigurazione tradizionale, Gesù è nato dentro una caverna; e dopo la crocifissione, il suo corpo fu rinchiuso in un sepolcro, ricavato proprio da una caverna scavata in una roccia.
Gesù nacque fra coppie di opposti: fu posto nella mangiatoia, un’altra immagine del vaso, e da un lato lo riscaldava il bue, simbolo di mansuetudine ed autocontrollo, mentre dall’altro c’era l’asino, simbolo di testardaggine e di fuoco sensuale. Ed anche quando morì in croce – e questa è un’altra immagine della colonna – egli fu affiancato da un ladrone buono e da uno cattivo, quasi se questi fossero stati scelti appositamente per significare le due opposte polarità dell’essere.
Il cuore dell’uomo è come un vaso, in cui si riversa lo Spirito di Dio; ma come potrebbe entrarvi, se quel vaso è già pieno di concetti e pensieri? Persino l’erudizione teologica allontana l’uomo dal contatto con Dio: gli studenti della filosofia scolastica e i dotti del tomismo sono infinitamente più lontani da Dio di un contadino ignorante, ma che prega con sincerità dopo una dura giornata di lavoro.
Anche la filosofia Zen del buddhismo insiste su questo punto. Un celebre racconto breve ne parla in maniera metaforica, ma molto chiara:
“Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «È ricolma. Non ce n’entra più!».
«Come questa tazza,» disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?»”
Nella sua prima lettera ai Corinzi, san Paolo dice senza mezzi termini:
“Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti:
Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia.
E ancora:
Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani.”
Uno solo è il Forno, ed uno solo è il Fuoco; una sola è la Materia, ed uno soltanto è il Vaso che la contiene. Si intende che ognuno di questi sono in realtà aspetti di un unico elemento; in maniera simile non devono esserci distinzioni fra la Materia Prima, l’Opera e l’Artefice che l’intraprende.