Etichettato: uovo
Iniziano i primi freddi, e sulla luce del giorno inizia a stagliarsi la fredda ombra del prossimo inverno.
Il rigore dei mesi freddi può sembrare un’immagine della morte, ma non è così: la vita non va perduta, ma si ritira nella terra, si ripara nel sonno, si protegge chiudendosi come se entrasse nel guscio di un uovo.
Per nascere, il pulcino deve spezzare il guscio del suo uovo; perchè il seme possa dar vita alla pianta, bisogna prima che il suo involucro si dissolva, consegnandolo alla nera terra.
Cos’è dunque un guscio? È un irrigidimento, un indurimento d’una forma attiva, che può essere tanto una protezione quanto una sclerosi.
La nostra pelle è un guscio: ci protegge e ci separa dal mondo esterno, permettendoci di distinguerci da esso, di essere individui distaccati dal resto della realtà; ma in determinate condizioni la nostra pelle può farsi dura e spessa come corteccia, che non solo ci impedisce ogni contatto con quel mondo esterno di cui pur abbiamo bisogno, ma che limita e blocca i nostri stessi movimenti.
“Non siamo forse figli degli Dèi? Perché allora gli Dèi non possono essere nostri figli?
Se il Dio mio padre dovesse morire, un Dio figlio sorgerà dal mio cuore materno, perché io amo Dio e non voglio abbandonarlo.
Solamente chi ama Dio può farlo cadere, e Dio si arrende a chi l’ha sconfitto e si annida nelle sue mani, e muore nel cuore di colui che lo ama e che gli promette la nascita.
Mio Dio, ti amo come una madre ama il nascituro che ella porta nel cuore.
Cresci nell’uovo dell’Est, nutriti del mio amore, bevi il succo della mia vita così che tu possa diventare un Dio splendente. Abbiamo bisogno della tua luce, figlio.
Siccome vaghiamo nell’oscurità, dona luce ai nostri cammini. Possa la tua luce brillare dinnanzi a noi, possa il tuo fuoco riscaldare il gelo delle nostre vite.
Non abbiamo bisogno del tuo potere, ma della vita.”
(C. G. Jung, Liber Novus)