Etichettato: luce
L’Arte
“L’Arte lavora con le cose dell’eternità, incapace di definizione, e con ciò appartiene all’amore, alla bellezza e alla gioia.
Venera le forme ed i poteri e la gloria di ciò che sempre si costruisce, si distrugge e si ricostruisce nell’anima di ogni uomo e nell’anima del mondo intero.”
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I piedi poggiano su un mostro marino.
Nella mano sinistra tiene l’edificio del tempio, simbolo tanto di devozione quanto di civiltà.
Ancora più in alto, nella mano destra stringe uno specchio, emblema della verità.
Si tratta di un processo ascensionale di purificazione: dalle radici primordiali e oscure, rappresentate dal mostro, nascono i frutti dorati della cultura e dello spirito.
Ma se le radici non affondassero nella terra nera degli istintualità sanguigna e delle passioni bestiali, l’intero albero avvizzirebbe in poco tempo, morendo d’inedia.
“La Scienza”
Io sono ciò che è, ciò che sarà, e ciò che è sempre stato.
Il mio velo non è stato sollevato da nessuno.
Il frutto che io vi dono è questo: il sole è nato.
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Conoscenza è potere: nella mano sinistra la donna tiene la civetta di Atena, con lo sguardo sempre vigile, anche di notte, mentre nella mano destra stringe i fulmini di Zeus. Questa è la scienza: prima osserva la natura, e poi è in grado di modificarla e plasmarla a proprio piacimento, facendo propria la sua forza.
Ma ai piedi c’è il velenoso serpente, e la sua testa è proprio vicina alla parola “frutto”: e la scienza non è proprio il frutto proibito della conoscenza del bene e del male?
La Giustizia
“La Giustizia è fine del governo, è fine della società civile. E’ sempre stata cercata, e sempre lo sarà, finchè verrà raggiunta o finchè la libertà verrà persa nell’inseguirla.”
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a Giustizia poggia i piedi su un leone, emblema della forza: chi ha il potere per imporre agli altri le sue opinioni si trova sempre dalla parte della “giustizia”, perchè nessuno è in grado di contrastarlo.
La spada poi è un simbolo molto complesso, con un’infinità di possibili significati e sfumature di significati; ma non dimentichiamo che, prima di tutto, si tratta di un’arma.
E se fosse veramente Giustizia, non avrebbe in mano una bilancia per pesare meriti e colpe, ma una luce per guidare chi ha smarrito la retta via, come fa un faro con la nave colta dalla tempesta.
Ma la Giustizia vera è ancora distante, e chissà se mai l’uomo riuscirà a raggiungerla.
La Religione
“Perchè la Religione, la pura Religione, io vi dico, non sta nel vestire i panni di un monaco, ma nella rettitudine, nella giustizia e nelle buone azioni.”
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Un grande passo falso dell’era moderna sta nel ritenere che la religione sia soltanto una raccolta di precetti morali, un codice di comportamento da seguire perchè può portare ad una società più giusta e vivibile.
Ma l’altro lato della religione, quello più arcaico e profondo, è fatto di simboli e rituali, immagini ancestrali e terrificanti esperienze della presenza della divinità viva. E’ un aspetto tanto affascinante quanto spaventoso; ma non si può prescindere da esso, altrimenti in breve termine la religione perde d’importanza e vitalità, seccandosi come un fiore strappato dalle sue radici.
Edward Austin Abbey, mosaici della cupola del Campidoglio di Washington
La Sua luce è come quella di una nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale, né occidentale, il cui olio sembra illuminare, senza neppure essere toccato dal fuoco. Luce su luce.
(Corano, Sura XXIV An-Nur / Christos Bokoros, l’ombra dell’ulivo)
Vidi un uomo, immerso nell’oscurità, come se fosse sotto terra. Vedevo l’intreccio delle sue vene, le arterie che si gettavano come ponti attraverso il corpo, ed i singoli capillari avviluppati come una fittissima ragnatela. L’intero sistema circolatorio formava un complesso simile alle radici d’un albero. E dove la testa terminava, partivano verso l’alto una serie di grosse arterie, avvolte a spirale l’una sull’altra, come a formare il tronco vivo di quello stesso albero, ed i rami ed i ramoscelli erano di vene della stessa forma e dello stesso colore di quelle del corpo sottostante.
Nel corpo inferiore pulsava un cuore rosso ed oscuro, che riceveva l’oscurità circostante, e la spingeva in circolo, affinchè si purificasse. Il corpo la mutava in una linfa dolce, un’acqua in cui era disciolta la luce vivente; il cuore quindi la raccoglieva nuovamente in sè, per poi inviarla verso l’alto. In corrispondenza al cuore inferiore, nei rami dell’albero superiore brillava un cuore di luce, come se fosse fatto di oro spirituale, l’oro di Ophir.