La dragonessa
A Vienna, sulla facciata della casa al numero 15 di Steingasse, è imprigionata una magnifica dragonessa:
Il drago femminile con i seni ben visibili ricorre anche sullo stemma del quartiere di Margareten, sempre a Vienna:
La santa sul drago è Margherita d’Antiochia, che secondo la leggenda fu inghiottita dal drago, da cui poi uscì grazie alla croce. Ciò lega il drago al femminile, al mistero della gravidanza e della nascita, e non è un caso che la santa sia la protettrice delle partorienti.
La polimastia è un simbolo di fertilità, l’abbondanza della Natura che come una fonte dona in continuazione e sfama i suoi figli:
Incontriamo la draghessa anche in Catalonia, dov’è conosciuta come Vibria; il mostro leggendario sopravvive fino ai nostri giorni, nei tradizionali cortei mascherati di quelle terre:
Anche nell’alchimia ricorre il simbolo del drago con i seni, come ad esempio nel manoscritto del Clavis Artis:
Nel Compendio Alchemico e Rosicrociano del XVIII sec. la draghessa è nuovamente in catene, imprigionata dal Sole e dalla Luna:
Dalla pagina precedente del manoscritto, possiamo capire che la draghessa rappresenta l’Hyle, la Prima Materia caotica da cui il lavoro dell’alchimista ha inizio:
Come nella leggenda di Santa Margherita, la croce rappresenta la via per vincere il drago, così da poter in seguito fissare il caos primordiale, secondo quanto simboleggiato dalle catene e dalla prigione.
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