Il libro di Lambspring
Il libro di Lambspring è un breve poema alchemico del XVI secolo, celebre per esser stato successivamente ripreso nella raccolta del Musaeum Hermeticum.
Più che sulla pratica di laboratorio, l’accento è qui posto sul lato allegorico e spirituale dell’alchimia; ciò, unito alla semplicità dei simboli che ricorrono negli emblemi e nel testo, lo rende un testo tutt’ora accessibile e fruttuoso…
Di seguito ne fornisco la traduzione, presa dalla versione inglese del Musaeum Hermeticum, e corredata dalle illustrazioni di un manoscritto tedesco del 1556., nonchè alcune mie note interpretative che spero poossano aiutare per un primo approccio ai simboli del testo.
Il Libro di Lambspring,
Un Nobile Filosofo Antico,
Concernente la Pietra Filosofale;
Tradotto in Versi Latini da
Nicholas Barnaud Delphinas,
Dottore in Medicina, uno zelante Studente di quest’Arte.
Prefazione
Mi chiamo Lambspring, e sono nato da una Famiglia Nobile; Porto questo Stemma con Gloria e Giustizia.
Ho letto la Filosofia, e l’ho compresa a fondo,
Ho contemplato gli abissi della conoscenza dei miei maestri.
Ciò mi fu concesso con grazia da Dio,
Che mi donò un cuore che comprende.
Così divenni l’Autore di questo Libro,
In cui ho disposto chiaramente l’intera materia,
Che i Ricchi ed i Poveri possano capirla.
Sulla Terra non c’è niente come essa;
Nè (Sia lode a Dio) vi ho qui dimenticato la mia umile persona.
Io conosco l’unico vero fondamento;
Perciò conserva con cura questo Libro,
E bada di studiarlo, ancora ed ancora.
Così riceverai ed imparerai la verità,
E impiegherai per buoni scopi questo grande dono di Dio.
O Dio Padre, che sei l’inizio e la fine di ogni cosa,
Noi ti supplichiamo per il nome del Signore nostro Gesù Cristo
Di illuminare le nostre menti ed i nostri pensieri,
Affinché possiamo lodarti senza posa,
E compiere questo Libro secondo la Tua Volontà.
Dirigi ogni cosa verso un buon fine,
E preservaci tramite la tua grande misericordia.
Con l’aiuto di Dio vi mostrerò quest’Arte,
E non vi nasconderò nè velerò la verità.
Quando mi capirete in modo giusto,
Sarete liberi dai vincoli dell’errore.
Perché c’è solo una sostanza,
Nella quale tutto il resto è nascosto;
Per cui, mantieni un cuore buono.
La cottura, il tempo, e la pazienza son ciò che di cui hai bisogno;
Se vuoi godervi la preziosa ricompensa,
Devi impegnare allegramente sia tempo che fatica.
Perché dovrai sottoporre aduna cottura gentile i semi ed i metalli,
Giorno per giorno, durante molte settimane;
Così in questa cosa vile
Scoprirai e porterai a perfezione l’intera opera della Filosofia,
Che a molti uomini sembra impossibile,
Nonostante sia un compito facile e comodo.
Se volessimo mostrarlo al mondo esterno
verremmo derisi da uomini, donne e bambini.
Perciò sii modesto e mantieni il segreto,
E verrai lasciato in pace e in sicurezza.
Ricorda i tuoi compiti verso il tuo prossimo e verso il tuo Dio,
Che ti dona quest’Arte, e la vorrebbe pur nascosta.
Ora concluderemo questa Prefazione,
Così da poter iniziare la descrizione della vera Arte
Ed esporla con figure, con sincerità e semplicità,
Rendendo grazie al Creatore di ogni creatura.
Segue qui dunque la Prima Figura,
Sii avvertito, e comprendi veramente, che due pesci nuotano nel nostro mare.
“Il Mare è il Corpo, i due Pesci sono lo Spirito e l’Anima.”
I Saggi ti diranno
Che nel nostro mare ci sono due pesci
Senza nè carne ne ossa.
Lascia che si cuociano nella loro stessa acqua;
Allora anche loro diverranno un vasto mare,
Di cui nessun uomo potrebbe descrivere l’ampiezza.
Dicono i saggi, inoltre,
Che i due pesci sono soltanto uno, e non due;
Sono due, e nonostante ciò son uno,
Corpo, Spirito ed Anima.
Ora, te lo dico sinceramente,
Cuoci questi tre assieme,
Che possa risultarne un mare molto largo.
Cucina bene lo zolfo con lo zolfo,
E tieni a bada la lingua a tal proposito:
Nascondi la tua sapienza per il tuo tornaconto,
E morirai libero dalla povertà.
Lascia soltanto che ciò che scopri rimanga un segreto chiuso.
Qui vedi chiaramente una bestia nera nella foresta.
Figura 2
“Putrefazione.”
I Saggi dicono che
Nella foresta c’è una belva selvaggia,
La cui pelle è della tinta più scura.
Se qualche uomo gli tagliasse la testa,
La sua nerezza scomparirebbe,
Lasciando il posto ad una bianco di neve.
Comprendi il significato di questa testa:
La nerezza è chiamata la testa del Corvo;
Non appena scompare,
Un bianco colore subito si manifesta;
Gli viene dato questo nome, privato della sua testa.
Quando la nera tonalità della bestia è svanita in un fumo nero,
I saggi gioiscono
Dal profondo dei loro cuori;
Ma essi lo mantengono un segreto chiuso,
Perché nessun uomo stolto possa saperlo.
Però, ai loro Figli, con gentilezza di cuore,
Lo rivelano in parte nei loro scritti;
Coloro che ricevono questo dono
Lo godano quindi in silenzio,
Perchè Dio avrebbe voluto tenerlo nascosto.
Ascolta senza paura: nella foresta sono nascosti un cervo e un unicorno.
Figura 3
“Nel corpo c’è l’Anima e lo Spirito.”
I Saggi dicono senza mentire
Che ci sono due animali in questa foresta:
Uno glorioso, bello e veloce,
Un grande e forte cervo;
L’altro è un unicorno.
Rimangono nascosti nella foresta,
Ma felice verrà detto quell’uomo
Che saprà intrappolarli e catturarli.
I maestri qui mostrano chiaramente
Che in tutti i luoghi
Questi due animali vagano per le foreste
(Ma sappi che la foresta non è che una).
Se applichiamo la parabola alla nostra Arte,
Chiameremo “Corpo” la foresta;
Ciò sarebbe detto bene e con verità.
L’unicorno sarà lo Spirito in ogni tempo.
Il cervo non desidera altro nome
Che quello dell’Anima; nessun uomo potrà togliergli questo nome.
Chi sa come ammansire e dominarli con l’Arte,
Accoppiandoli assieme,
E conducendoli dentro e fuori dalla foresta,
Sarà giustamente chiamato Maestro.
Perché giudichiamo rettamente
Che egli ha conseguito la carne dorata,
E potrà trionfare ovunque;
Anzi, potrà comandare persino sul grande Augusto.
Qui puoi ammirare una grande meraviglia – Due leoni sono uniti in uno.
Figura 4
“Lo Spirito e l’Anima devono unirsi e rientrare nel loro corpo.”
I Saggi ci insegnano fedelmente
Che due forti leoni, un maschio ed una femmina,
Si aggirano in una valle scura e selvaggia.
Costoro il Maestro deve catturare,
Nonostante siano agili e feroci,
E terribili e selvatici d’aspetto.
Chi, con sapienza ed astuzia,
Può intrappolarli e poi legarli,
E poi condurli nella stessa foresta,
Di lui si potrà dire con verità e giustizia
Che egli si è meritato la ricompensa di lode sopra tutti gli altri,
E che la sua sapienza trascende quella dei saggi mondani.
Un lupo e un cane sono nella stessa casa, e in seguito si mutano in uno solo.
Figura 5
“Il corpo viene mortificato e reso bianco, quindi viene unito all’anima ed allo Spirito per essere saturato da essi.”
Alessandro scrive dalla Persia
Che un lupo ed un cane si trovano in questo campo,
Che, come raccontano i Saggi,
Discendono dallo stesso ceppo,
Ma il lupo viene da oriente,
E il cane da occidente.
Sono pieni di gelosia,
Furia, rabbia e follia;
Uno uccide l’altro,
e da essi proviene un gran veleno.
Ma quando essi vengono ripristinati in vita,
Si mostra chiaramente che essi sono
La Grande e Preziosa Medicina,
Il Rimedio più glorioso sulla terra,
Che rinfresca e ripristina i Saggi,
Che rendono grazie a Dio, e Lo lodano.
Questo è sicuramente un gran miracolo senza alcun inganno – che in un Drago velenoso ci sia la grande Medicina.
Figura 6
“Il Mercurio viene precipitato o sublimato, dissolto nella sua giusta acqua, e poi viene coagulato un’altra volta ancora.”
Un Drago selvaggio vive nella foresta,
E’ molto velenoso, eppure non gli manca nulla:
Quando vede i raggi del sole e il suo splendente fuoco,
Egli sparge il suo veleno attorno
E vola verso l’alto con tanta fierezza
Che nessuna creatura vivente può stargli di fronte,
E nemmeno il Basilisco gli è uguale.
Chi con saggezza ha l’abilità di ucciderlo,
Avrà scampato ogni pericolo.
Tutto il suo veleno, e i suoi colori
Si moltiplicano nell’ora della sua morte
E il suo veleno diventa la grande Medicina.
Egli consuma velocemente il suo veleno,
Perché divora la sua coda velenosa.
Tutto questo si compie nel suo stesso corpo,
Da cui sgorga un glorioso Balsamo,
Con tutte le sue virtù miracolose.
Di ciò i Saggi gioiscono ad alta voce.
Sentiamo due uccelli nella foresta, eppure dobbiamo comprendere che sono soltanto uno.
Figura 7
“Il Mercurio, dopo esser stato più volte sublimato, è finalmente fissato, e diviene capace di resistere il fuoco: la sublimazione dev’essere ripetuta a lungo finché la fissazione è conseguita.”
Un nido si trova nella foresta,
In cui Hermes ha la sua prole;
Uno degli uccellini si sforza sempre di volare verso l’alto,
L’altro si rallegra di sedere tranquillamente nel nido;
Eppure non puoi separare l’uno dall’altro.
Colui che è sotto trattiene quello di sopra,
E non lo lascia andare via dal nido,
Come un marito nella casa con sua moglie
Legati assieme nei più stretti vincoli del matrimonio.
Così anche noi sempre esultiamo
Perché teniamo stretta in questo modo l’aquila femminile,
E rendiamo grazie a Dio Padre.
Qui ci sono due uccelli, grandi e forti – Il Corpo e lo Spirito; uno divora l’altro.
Figura 8
“Poniamo il Corpo nel letame, o in un caldo bagno, lo spirito essendo estratto da esso. Nel processo il Corpo è divenuto bianco, e lo Spirito è diventato Rosso tramite la nostra Arte. Tutto ciò che esiste tende alla perfezione, e così viene preparata la Pietra Filosofale.”
In India c’è un bosco molto piacevole,
In cui due uccelli sono legati assieme.
Uno è bianco come la neve, l’altro è rosso.
Si morsicano l’un l’altro, finchè uno è ucciso
E divorato dall’altro.
Entrambi si mutano in bianche colombe,
E dalla Colomba nasce una Fenice,
Che ha lasciato alle spalle l’oscurità e la trista morte,
E ha riguadagnato una vita gloriosa.
Questo potere gli fu donato da Dio in persona,
Affinchè possa vivere eternamente, e mai morire.
Ci dona ricchezza, preserva le nostre vite,
E con esso possiamo operare grandi miracoli,
Così come i veri Filosofi ci hanno apertamente insegnato.
Il signore delle foreste ha recuperato il suo regno, e dal grado più basso è salito a quello più alto. Se la fortuna ti sorride, potrai diventare da retore a console; se la fortuna ti è avversa, da console potrai diventare retore.
Figura 9
“Così puoi sapere che la Tintura ha veramente raggiunto il suo primo grado.”
Ora ascolta un atto meraviglioso,
Perché ti insegnerò grandi cose,
Come il Re si innalzò su tutta la sua stirpe;
E ascolta anche ciò che dice il nobile signore della foresta:
Io ho sopraffatto e vinto i miei nemici,
Ho calpestato il Drago velenoso sotto i piedi,
Io sono un grande e glorioso Re nella Terra.
Non c’è nessuno più grande di me,
Figlio dell’Arte o della Natura,
Fra tutte le creature viventi.
Io faccio quel che tutti gli uomini desiderano,
Dono potere e salute duratura,
Ed anche oro, argento, gemme e pietre preziose,
E la panacea per mali grandi e piccoli.
Eppure agli inizi ero di nascita ignobile,
Finchè venni portato in un luogo alto.
Mi fu concesso da Dio e dalla Natura
Di raggiungere questo vertice elevato.
Così dal più meschino sono diventato il più alto,
E sono salito sul trono più glorioso,
Ed allo stato di sovranità regale:
Perciò Hermes mi ha chiamato il Signore delle Foreste.
Una Salamandra vive nel fuoco, impartendo ad esso una tinta assai gloriosa.
Figura 10
“Questa è la reiterazione, la gradazione ed il miglioramento della Tintura, o Pietra Filosofale; e tutto ciò è chiamato Accrescimento.”
In tutte le favole ci viene raccontato
Che la Salamandra nasce nel fuoco;
Nel fuoco essa trae il suo cibo e la sua vita
Che la Natura le ha assegnato.
Abita in una grande montagna
Che è circondata da molte fiamme,
E una di queste è ancora più piccola delle altre –
Qui la Salamandra si immerge.
La terza è più grande, la quarta più brillante delle altre –
In tutte queste la Salamandra si bagna, ed è purificata.
Allora corre alla sua caverna,
Ma lungo la strada è catturato, e trafitto
Così essa muore, e lascia con il sangue la sua vita.
Ma anche questo, però, accade pel suo bene:
Perchè con il suo sangue vince la vita immortale,
E quindi la morte non ha più alcun potere su di essa.
Il suo sangue è la Medicina più preziosa sulla Terra,
E in tutto il mondo non ce ne son di simili.
Perchè questo sangue scaccia tutti i mali,
Dal corpo dei metalli,
Degli uomini, e delle bestie.
Da esso i Saggi derivano la loro scienza,
E tramite esso conseguono il Dono Celestiale,
Che è chiamato Pietra Filosofale,
E che possiede il potere del mondo intero.
I Saggi coi loro cuori amorevoli ci conferiscono questo dono
Affinchè possiamo ricordarli per sempre.
Figura 11
In Israele c’è un vecchio padre,
che ha un Figlio solamente,
Un Figlio che egli ama con tutto il suo cuore.
Con dolore egli gli prescrive il dolore.
Lo affida ad una guida,
Che possa condurlo ovunque egli desideri.
La Guida rivolge al figlio queste parole:
Vieni avanti! Ti condurrò ovunque,
Sulla cima delle montagne più elevate,
Che tu possa comprendere tutta la saggezza,
Che tu possa osservare la grandezza della Terra e del mare,
E da ciò trarne il vero piacere.
Ti porterò attraverso l’aria
Fino alle porte del più alto dei cieli.
Il figlio diede ascolto alle parole della Guida,
E ascese insieme ad essa;
Qui vide il trono celeste,
Che era glorioso oltre ogni misura.
Quando vide queste cose,
Egli si ricordò del Padre con un sospiro,
Ebbe pietà del gran dolore di suo Padre,
E disse: ritornerò al suo seno.
Nel vaso giace un’altra montagna d’India, che lo Spirito e l’Anima – ovvero, il Figlio e la Guida – hanno scalato.
Disse il Figlio alla Guida:
Scenderò da mio Padre,
Perchè non può vivere senza di me.
Egli sospira, e mi chiama ad alta voce.
La Guida rispose allora al Figlio:
Non lascerò che tu ci vada solo;
Ti ho portato via dal seno di tuo padre,
E sarò io che ti riporterò indietro,
Così che egli possa gioire nuovamente e vivere.
A lui doneremo questa forza.
Così entrambi si alzarono senza indugio,
E ritornarono alla casa del Padre.
Quando il Padre vide arrivare il Figlio,
Gridò ad alta voce, e disse:
Qui il Padre divora il Figlio; L’Anima e lo Spirito sgorgano dal Corpo.
Figura 13
Figlio mio, senza di te ero morto,
E vivevo in gran pericolo per la mia vita.
Ora che ritorni io rivivo,
E il petto mi si riempie di gioia.
Ma ora che il Figlio è entrato nella casa del Padre,
Il Padre lo prende nel suo cuore,
E per l’eccessiva gioia lo inghiotte,
Con la sua stessa bocca.
Il grande sforzo fa sudare il Padre.
Qui il Padre suda copiosamente, mentre da esso sgorgano olio e la vera Tintura dei Saggi.
Figura 14
Qui il Padre suda a causa del Figlio,
E implora sinceramente Dio,
Che ha creato ogni cosa nelle Sue mani,
Che crea, ed ha creato tutte le cose,
Di estrarre il Figlio dal suo corpo,
E di ripristinarlo alla sua vita precedente.
Dio ascolta le sue preghiere,
Ed ordina al padre di coricarsi e dormire.
Dio quindi manda dai cieli la pioggia
Alla Terra dalle stelle brillanti.
E’ una pioggia argentea, fertilizzante,
Che irrora e ammorbidisce il corpo del Padre.
Vieni in nostro soccorso, Signore, alla fine,
Affinché possiamo ottenere il Tuo prezioso Dono!
Qui il Padre ed il Figlio sono uniti in uno per rimanere così per sempre.
Figura 15
Il Padre dormiente è mutato
Interamente in acqua limpida,
E per la virtù di quest’acqua soltanto
La buona opera viene compiuta.
Ora c’è un padre glorioso e bello,
Ed egli dà alla luce un nuovo Figlio.
Il Figlio rimane per sempre col Padre,
Ed il Padre con il Figlio.
Così in diverse cose,
Essi producono frutti preziosi ed indicibili.
Essi non moriranno mai,
E si fanno beffe della morte.
Per la grazia di Dio essi sono stabiliti per sempre,
Il Padre ed il Figlio, trionfando gloriosamente
Nello splendore del loro nuovo Regno.
Siedono su un trono,
E il volto dell’Antico Maestro
Si vede chiaramente tra di loro:
Egli è vestito di un manto color porpora.
Al Re invisibile
Del Mondo,
L’unico vero ed immortale Dio
Sia lode e Gloria
Ora e per sempre.
Amen.
NOTE
[1] Lambspring:
Il nome dell’autore di questo trattato non è certo privo di riferimenti simbolici. “Lamb” in inglese sgnifica “agnello”, e “spring” vuol dire “primavera”, ma anche “sorgente”.
L’agnello è la vittima innocente sacrificata a Pasqua, il Cristo condannato alla croce. Ma la primavera ricomincia proprio con il segno zodiacale dell’ariete: ciò che muore poi risorge, in pieno accordo simbolico con il piano del testo.
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[2] In questa cosa vile:
Tutti gli alchimisti sono concordi nell’affermare che la materia prima dell’alchimia va cercata in luoghi umili e riprovevoli.
Viene portato a compimento ciò che è ancora incompleto: e che senso potrebbe mai avere il perfezionare ciò che è già perfetto? Non c’è nessun merito a tramutare l’oro in oro. Allo stessa stregua, il Cristo nei Vangeli afferma che “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. […] Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.”
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[3] Due pesci nuotano nel nostro mare:
L’autore traccia una rete di corrispondenze simboliche riferite ai tre elementi del corpo umano.
Senza giri di parole, ci viene svelato che il corpo è il mare, e i due pesci sono lo spirito e l’anima. Nel terzo emblema ricorre un’altra metafora esplicita per il corpo: “Chiameremo Corpo la foresta”. Nella foresta, i simboli dell’anima e dello spirito sono rispettivamente il cervo e l’unicorno.
E’ verosimile che lo stesso schema interpretativo si possa applicare anche alle altre coppie che incontriamo in luoghi simili: i due leoni nella valle scura della quarta immagine; il lupo e il cane della quinta; la coppia di uccelli nel settimo ed ottavo emblema.
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[4] Il Mare è il Corpo, i due Pesci sono lo Spirito e l’Anima:
Nel manoscritto tedesco, la didascalia dell’immagine riporta un errore, recitando: “Il Mare è il Corpo, i due Pesci sono il Corpo e l’Anima”. Si tratta di un refuso del copista, o è una precisa indicazione operativa?
[5] I due pesci sono soltanto uno, e non due:
Un altro tema ricorrente del poema è l’unità di spirito ed anima, due opposti in conflitto che però hanno un’origine unica e sono destinati a riunirsi.
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[6] Cucina bene lo zolfo con lo zolfo:
Zolfo, Mercurio e Sale sono tre princìpi che corrispondono rispettivamente allo Spirito, all’Anima ed al Corpo; l’indicazione, dunque, sarebbe di lavorare sullo Spirito tramite lo Spirito.
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[7] Qui vedi chiaramente una bestia nera nella foresta:
Anche in questo caso, la foresta è il Corpo.
Il drago è il Mercurio, l’Anima che può fare da mediatrice fra il Corpo e lo Spirito. Ma nello stato attuale, essa è velenosa, ovvero degradata, volta soltanto agli impulsi primordiali degli istinti di base. In questo stato, essa non riceve la luce dello spirito, e invece di prodigare benefici effettua un’azione caotica e distruttiva.
Per redimerla occorre tagliarle la testa, l’oscuro “Caput Corvi” della Nigredo. Un atto più facile a dirsi che a farsi, anche dato il segreto che lo avvolge, tanto che solo in parte esso è rivelato negli scritti dei filosofi.
Secondo Jung, la decapitazione del caput corvi significa “il distacco dell’intelligentia dalla passio magna et dolor (grande sofferenza e dolore) che la natura infligge all’anima. E’ un emancipazione del pensiero che ha sede nella testa, della cogitatio, una liberazione dell’anima dai vincoli della natura.” (Mysterium Coniunctionis, 6.7)
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[8] Nella foresta sono nascosti un cervo e un unicorno:
L’uso dell’immagine del cervo come simbolo dell’Anima è molto diffuso, specialmente in ambito cristiano. La fonte principale dell’accostamento è un passaggio del Cantico dei Cantici:
“Come ecc…”.
Anche l’unicorno ricorre spesso come simbolo dello spirito, in particolar modo nelle allegorie della “Caccia all’unicorno”.
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[9] Discendono dallo stesso ceppo, ma il lupo viene da oriente, e il cane da occidente:
In questo simbolo si sovrappongono diversi piani interpretativi di un medesimo conflitto. Oriente ed Occidente, selvaggio ed addomesticato, pulsioni ed autocontrollo.
Il tema della guerra fra fratelli è talmente importante che non basterebbe un libro per elencarne le applicazioni nel mito, nella letteratura e perfino nella storia; Caino che uccide Abele ne è, per così dire, l’essenza archetipica.
Anche la frattura fra est e ovest si riflette in molteplici immagini: nella Genesi Abramo disse a Lot: “Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra.”
Nella storia, una simile divisione spezzò l’Impero Romano in una metà d’Oriente ed una d’Occidente; più tardi, anche la Chiesa sarà attraversata dallo stesso scisma.
Ma anche i nostri anni ci mostrano una penosa attualizzazione di questo simbolo: est ed ovest, cani e lupi si uccidono l’un l’altro, “e da essi proviene un gran veleno”. Gerusalemme, che dovrebbe essere il centro simbolico della Terra, è invece l’epicentro di un conflitto che macina vite umane e distrugge senza mai saziarsi.
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[10] Che in un Drago velenoso ci sia la grande Medicina:
Anche questo drago vive nella foresta del corpo. Questa sezione ricalca l’emblema della bestia nera; qui però non è la testa ad essere eliminata, ma la coda, che il drago divora da sè, formando l’immagine dell’Ouroboros.
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[11] Uno degli uccellini si sforza sempre di volare verso l’alto, L’altro si rallegra di sedere tranquillamente nel nido:
Lo Spirito tende al Cielo, mentre l’Anima rimane per sua natura nel Corpo. Eppure l’anima trattiene a sè lo Spirito, che così non può elevarsi ma rimane vincolato al Corpo.
Ci si potrebbe aspettare che un tale legaccio sia visto negativamente, sull’onda degli antichi che vedevano il Corpo come una prigione da cui lo Spirito può e deve liberarsi.
Lambspring invece esulta di ciò, perchè “teniamo stretta in questo modo l’aquila femminile”.
Solo se i tre princìpi si compenetrano e si completano a vicenda, l’Uomo può dirsi veramente tale. Senza lo Spirito, il Corpo è preda delle caotiche pulsioni bestiali; ma senza il Corpo, lo spirito diventa un abbaglio incapace di agire concretamente nel mondo. E’ l’anima a far da legame fra questi due opposti, ma perchè possa farlo occorre che il Mercurio sia prima purificato dalla sua nerezza.
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[12] Il signore delle foreste ha recuperato il suo regno, e dal grado più basso è salito a quello più alto:
Il signore delle foreste è colui che è in pieno possesso del suo corpo, dopo aver sconfitto il drago e aver così riunito Corpo e Spirito.
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[13] Una Salamandra vive nel fuoco:
Nell’immagine del manoscritto tedesco, la salamandra è stranamente disegnata come un uccello bianco, laddove altri illustratori, come Matthäus Merian che realizzò le incisioni per la versione del Musaeum Hermeticum, usarono la più classica forma da anfibio:
Forse l’illustratore non aveva semplicemente idea di che forma possa avere una salamandra; ma la sua potrebbe anche essere una preziosa indicazione. Questo bianco uccello chiamato salamandra potrebbe essere la Fenice che nasce dai due uccelli, ovvero l’unità di Anima e Spirito che è la Pietra Filosofale: “Uno è bianco come la neve, l’altro è rosso. Si morsicano l’un l’altro, finchè uno è ucciso e divorato dall’altro. Entrambi si mutano in bianche colombe, e dalla Colomba nasce una Fenice”
Le diverse gradazioni di fuoco in cui la Salamandra si bagna rappresentano il processo di accrescimento della Pietra Filosofale.
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[14] Il padre ed il figlio hanno stretto le loro mani con quelle della guida: sappi che i tre sono il Corpo, l’Anima e lo Spirito:
Gli ultimi cinque emblemi tratteggiano una parabola in cui i tre princìpi sono raffigurati nelle figure del padre, del figlio e della guida. I tre ricordano la trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo; ne sono in un certo senso la controparte terrena.
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[15] Ti condurrò ovunque, sulla cima delle montagne più elevate, che tu possa comprendere tutta la saggezza, che tu possa osservare la grandezza della Terra e del mare:
L’episodio ricorda in modo sinistro l’episodio evangelico in cui il diavolo tenta Gesù nel deserto: “Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria.”
A differenza del Cristo, il figlio dà ascolto alle parole della Guida, e dopo aver abbandonato il Padre, sale fino al trono celeste. Il Corpo viene dunque abbandonato, e lo spirito segue la sua naturale inclinazione che lo richiama al cielo.
Da notare che nell’illustrazione successiva compare anche il Padre, che pur nel testo dovrebbe esser rimasto a casa. Anche in questo caso sorge il dubbio: un errore dell’illustratore o un indizio lasciato volutamente?
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[16] Scenderò da mio Padre, perchè non può vivere senza di me.
La vicenda dei tre princìpi è una controparte dell’incarnazione divina: come in uno specchio, i movimenti sono però invertiti. Non si tratta però di una parodia demoniaca, ma di due lati di un avvicinamento: L’incarnazione è il Cielo che cerca la Terra, mentre qui si narra della Terra che ricerca il Cielo.
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[17] Ma ora che il Figlio è entrato nella casa del Padre, il Padre lo prende nel suo cuore, e per l’eccessiva gioia lo inghiotte:
L’immagine è grottesca, sul calco di Saturno che divora i figli, ma il significato è chiaro: il Corpo riprende al suo interno l’Anima e lo Spirito. Il viaggio dello Spirito, però, non è stato vano: esso conferisce al Corpo la forza che ha raccolto giungendo al Cielo. E’ evidente il richiamo alla Tavola di Smeraldo: “Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori.”
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[18] Qui il Padre suda copiosamente, mentre da esso sgorgano olio e la vera Tintura dei Saggi:
Dal Padre sgorga la Tintura dei Saggi; si confronti con il Drago del sesto emblema, da cui dopo la sconfitta sgorga il Balsamo.
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[19] Dio quindi manda dai cieli la pioggia alla Terra dalle stelle brillanti:
La Rugiada è un importante simbolo che ricorre spesso nell’immaginario alchemico: “pioggia argentea, fertilizzante”, che dona alla Terra gli influssi benefici del Cielo. E’ grazie ad essa che la Terra si risveglia a Primavera, ed è un simile miracolo che ripristina alla vita il Padre sofferente.
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[20] Ora c’è un padre glorioso e bello, ed egli dà alla luce un nuovo Figlio.
La conclusione della vicenda vede il Padre/Corpo tramutato in acqua limpida, immagine di purezza e al tempo stesso di capacità generativa: come da una sorgente, da esso fuoriesce “un nuovo figlio”. La rigenerazione è completata, e come nel simbolo della fenice, anche in questo caso la conclusione del ciclo è la sconfitta della morte.
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