Vedere gli dèi
“Gli antichi Poeti animarono tutti gli oggetti sensibili con Dèi e Geni, chiamandoli con nomi ed adornandoli con le proprietà dei boschi, fiumi, montagne, laghi, città, nazioni, e qualunque cosa i loro numerosi ed espansi sensi potessero percepire.”
(William Blake, The Marriage of Heaven and Hell)
“La nube dagli occhi ecco ti sgombro
Che la vista mortal t’appanna e grava,
Onde tu ben discerna le divine
E l’umane sembianze.”
(Iliade, Libro V)
Il mondo degli uomini e quello degli dèi sono contigui; è soltanto la nebbia che offusca l’occhio mortale, rendendolo incapace di distinguere l’intreccio…
“Il terzo occhio, l’organo parietale, di cui gli scienziati credono di aver trovato il ricordo, era forse l’occhio che coglieva le immagini primordiali; gli antichi vedevano i paesi, gli animali, le fonti, gli alberi (tutto quello che noi vediamo come corpo) come figure, come dèi e demoni.”
(Ernst Jünger, Irradiazioni, Vorošilovsk, 30 novembre 1942)