Lo Scorpione e la Croce
In alcune scene della crocifissione i soldati romani che circondano il luogo dell’esecuzione portano le insegne dello scorpione.

Molte legioni romane avevano come proprio simbolo un segno zodiacale; ma la creazione di queste raffigurazioni risale al XV secolo, e non possiamo certo aspettarci una fedeltà archeologica alle insegne che le unità dell’esercito imperiale portavano effettivamente ai tempi del Cristo.
E’ più probabile invece che lo scorpione abbia un senso allegorico, un tassello di significato che va ad inserirsi in quell’immenso mosaico di simboli che l’immagine della crocifissione è divenuta nel corso dei secoli.

Affreschi dell’Oratorio dei Disciplini a Clusone
Immagine di ANDREA CARLONI – Rimini; https://independent.academia.edu/AndreaCarloni
Nella mitologia greca, lo scorpione fu il mostro che sconfisse il grande cacciatore Orione, punendo così l’arroganza in cui era sfociata la sua abilità. E’ degno di nota che lo scorpione non uccise l’eroe in un combattimento, ma colpendolo di soppiatto col veleno della sua coda.
Lo scorpione diviene così il simbolo del tradimento, tema del resto fondamentale nella passione di Cristo.
Ma lo scorpione, in quanto segno zodiacale, annuncia anche l’arrivo dell’inverno, e in questo senso marca la sconfitta del Sole.
Nel mito di Fetonte, lo sprovveduto figlio di Elio perde il controllo del carro solare proprio nei pressi dello Scorpione:
“V’è un punto dove lo Scorpione incurva le sue chele
in due archi e dalla coda alle branche, strette a fòrcipe,
stende le sue membra nello spazio di due costellazioni.
Quando il ragazzo lo vede che, asperso tutto di nero veleno,
minaccia di colpirlo con la punta dell’aculeo,
sconvolto dal gelo del terrore lascia andare le briglie;
e appena queste, allentandosi, sfiorano la loro groppa,
i cavalli smarriscono la strada e senza freno alcuno vagano
per l’aria di regioni ignote e, dove li spinge la foga,
lì in disordine rovinano, cozzano contro le stelle infisse
nella volta del cielo, trascinando il carro in zone inesplorate.”
(Ovidio, Metamorfosi)
Anche questa accezione si inserisce bene nel panorama simbolico della crocifissione. Nel Vangelo secondo Luca si parla esplicitamente di un oscuramento temporaneo del sole, in concomitanza con la morte di Gesù:
“Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio.”
Si intende, ovviamente, che il sole tornerà a sorgere: ma nel momento della disperazione, come è possibile credere alla promessa del suo ritorno?
Lo scorpione compare anche nell’iconografia del mitraismo, sempre associato al Sacrificio:
In particolare, egli pizzica i testicoli del toro che Mitra si appresta a sacrificare:
Lo scorpione, dunque, è l’inverno che trionfa sulla vita, la stanchezza che porta il sole al tramonto. Esso segna l’inizio delle tre notti in cui Dio rimane morto.
Il ruolo dello scorpione, dunque, è essenzialmente negativo. Eppure egli è imprescindibile nel mistero della Passione: senza l’oscurità del suo veleno, infatti, non sarebbe possibile l’alba della resurrezione!

Francesco Fiorentino, altare di San Vincenzo nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano – XV sec.
Immagine di ANDREA CARLONI – Rimini; https://independent.academia.edu/AndreaCarloni
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:La_Brigue_-_Chapelle_Notre-Dame-des-Fontaines_-_Nef_-_Fresques_de_la_Passion_du_Christ_-11.JPG?uselang=fr